Il Genocidio Armeno (https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Genocidio%20Armeno) si riferisce alla sistematica distruzione del popolo armeno all'interno dell'Impero Ottomano durante e dopo la Prima Guerra Mondiale (1915-1923). Fu caratterizzato da massacri, deportazioni forzate (le cosiddette "marce della morte"), torture, espropriazioni e altri atti di violenza.
Contesto Storico: La minoranza armena nell'Impero Ottomano era soggetta a discriminazioni e persecuzioni da tempo. Le tensioni aumentarono con l'ascesa del nazionalismo turco e la crescente sfiducia nei confronti degli armeni, considerati una potenziale minaccia per l'integrità territoriale dell'Impero, soprattutto a causa della loro vicinanza alla Russia.
Eventi Principali:
Riconoscimento: Il genocidio armeno è riconosciuto come tale da molti paesi, storici e studiosi. Tuttavia, il governo turco nega fermamente che si sia trattato di un genocidio, sostenendo che le morti degli armeni furono il risultato di conflitti e malattie durante la guerra, e non di una politica di sterminio deliberata. La negazione del genocidio armeno (https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Negazione%20del%20Genocidio%20Armeno) resta una questione controversa e politicamente sensibile.
Conseguenze: Il genocidio armeno ha avuto conseguenze devastanti per la comunità armena, sia in termini di perdita di vite umane (si stima che siano morte tra 600.000 e 1,5 milioni di persone) sia in termini di perdita della loro terra, cultura e patrimonio. Il ricordo del genocidio rimane un elemento centrale dell'identità armena e un punto focale per le richieste di giustizia e riparazione.
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